Sono assolutamente certo che la libertà di parola sia un caposaldo della democrazia.
Ma qualcuno scrisse anche che «le parole sono pietre».
Chi stabilisce se è giusto o ingiusto impedire a qualcuno di scagliarle?
Non ho una risposta definitiva al dubbio.
…e pietre vanno “sputate”…non possono in ogni caso stare dentro…
Penso eh…di definitivo anche io ho poco
verità definitive su questi argomenti è ben difficile averne, si puo’ avere al massimo un direttrice fondamentale, ma non esaustiva d’ogni dubbio o accadimento
Sono giorni che ci rifletto…
sì cara Princy, son questioni complesse
Il problema non è tanto la libertà di parola, ma la sottile linea che trasforma la parola in giudizio. In questi giorni abbiamo visto scendere in campo tanti paladini del diritto d’espressione, ma nessuno sembra prendere in considerazione il giudizio sfottevole (fammi passare il termine) delle culture di alcuni popoli che non sanno muovere la bocca al pari delle mani quando si tratta di difendere ciò che crede sia giusto. Come decidere cosa è giusto o sbagliato? Non credo di essere così illuminato da potermi esprimere al riguardo, ma posso sicuramente dire che ogni giorno diventa sempre più difficile riuscire a schierarsi senza risultare ipocriti.
«sottile linea», una buona metafora direi
Qualsiasi libertà senza coscienza e senza rispetto per gli altri non è altro che violenza, legge della giungla che porta alla morte della libertà stessa
difficilissima questione, ma doverosa
E questo dubbio, ci piace…
caro Julo, cara dafne e caro Kalosf, mi pare abbiate inteso il senso delle mie parole, problematiche e non risolutive
certamente, caro Julo, gli eccessi non giovano ad una pianta delicata come la libertà
i commenti non li leggo. Ché non ho tempo, adesso.
ma… quella virgola dopo “io”… la leverei.
:-(
in effetti sta male, levo anche il pronome, viene una frase più pulita; grazie della segnalazione cara Poetella
<3
E’ difficilissimo, davvero, nella pratica, stabilire i confini della libertà. Perché i confini ci sono, lo vedi con i figli. Ma le parole… non so. Ovviamente ci sono parole che a me personalmente piacerebbe non sentire mai, ma per ognuno di noi forse l’inaccettabile ha un colore diverso. E comunque, anche quando le parole sono pietre, non lapidano (sebbene qualche volta possano ferire in profondità). E poi forse ha ragione anche chi dice che, per quanto molti di noi si pongano (sperabilmente da sé) dei limiti a quanto dicono, forse è giusto anche che esista qualcuno che questi limiti non se li pone, che provoca, irrita, magari si attira l’odio ma fa anche pensare. Non so, anche i miei sono dubbi. Il rispetto per gli altri è questione importante, delicatissima e spinosa. Perché se si provoca, se lo scopo è provocare (anche il pensiero, il dubbio), dove sta il limite? Quand’è la presa in giro diventa giudizio? Però impedire a qualcuno di scagliare parole scagliandogli contro pietre o colpi di mitra, io continuo a trovarlo ingiusto. Per il resto, non vorrei schierarmi a nessun costo.
grazie del bel commento, problematico e denso più di domande che di risposte