da tempo il mito del cioccolato svizzero non mi ammaliava più; adesso anche le banche, non c’è più la svizzera di una volta
speriamo siano precisi almeno gli orologi
da tempo il mito del cioccolato svizzero non mi ammaliava più; adesso anche le banche, non c’è più la svizzera di una volta
speriamo siano precisi almeno gli orologi
tante primavere ormai le mie, e nei ricordi risuonano vecchie canzoni, musica leggera, del resto leggera dovrebbe essere la bisaccia dei ricordi di una vita
strimpellatina alla buona (senza prove, così grezza come viene), una roba fra amici, davanti a un buon bicchiere; certo ovunque si puo’ trovar di meglio sul web, ma più genuino di così non credo…
Intensa, magnifica poesia, nella traduzione originale dell’amico José Maria Corsanico. Da leggere assolutamente la nota biografica in calce al video,
Un viso che qualche anno fa era sicuramente grazioso. Appoggiata alla ringhiera esterna del multisala, osserva il cielo banale della periferia. Non sta aspettando nessuno, chi aspetta guarda l’orologio, lei no.
Nessun giorno è più crudele della domenica, il giorno che non riesce a camuffare le solitudini. La domenica pomeriggio è spietata nel mettere a nudo le solitudini.
L’autobus scodella un nugolo di ragazzine giocose, quasi donne, quasi bambine. Per loro la solitudine è lontana, ragazze godetevi questo tempo che fuggirà in fretta. La donna sola è ancora lì, io agguanto il bus per tornare a casa. Nessun giorno è più crudele della domenica.
due parole alla buona e strimpellata alla buona, partendo da un magnifico brano del 1965
Verranno a milioni. Gli esseri umani sono migranti per natura. In un pianeta devastato dall’antropico disastro ecologico è impossibile contenere il fenomeno. Ingiustizia è la causa di fondo. Il benessere sfrenato, meglio definibile come consumismo, per il piacere di pochi, inquina e distrugge cielo, acque, terre, foreste che invece sono di tutti. Verranno a milioni.
siccome è il primo marzo, una strimpellata alla buona, su una famosa canzone di quando ero ragazzo;
purtroppo troppi dolori piagano la parte innocente dell’umana schiatta, ma un poco di musica senza impegno ce la concediamo lo stesso