una chitarra, un mistero, una passione che brucia

Trascinante, intenso racconto del mio giovane amico Mattia Colombo. Amico di birre e soprattutto suonate nel suo vecchio locale. Blues un poco elementare, buona sana pentatonica e via. Ma quel che conta è la passione, la passione che il mio giovane pluritatuato bluesman nutre per la chitarra. Ne possiede una bellissima, ed anche una che gli ho lasciato in eredità, così dopo morto suonerà con lui. Il racconto è un noir/fantasy che ha, manco a dirlo, protagonista una chitarra. Racconto denso di atmosfera, c’è molto della sua passione. Se ne avete voglia leggetelo, se amate le chitarre è obbligatorio. Ovviamente per noi un negozio di chitarre è un tempio, un luogo di preghiera, è il nostro inferno/paradiso. Buono anche il riferimento al Faust.

La band più famosa del momento era appena arrivata in città, vi era un certo fermento per il concerto che si sarebbe svolto il Sabato. I biglietti erano stati venduti tutti, i fan erano tutti in trepidante attesa per quello che prometteva essere un vero e proprio capolavoro dello show business. Gli accoliti non erano i soli ad essere emozionati, anche i componenti del gruppo lo erano, finalmente erano arrivati nella città dove c’era il negozio di musica di Jack Mendez. Tutte le più grandi leggende della musica presente e passata avevano frequentato quel negozio. Esistevano leggende di ogni sorta su quel posto e su il suo proprietario, che ovviamente nessuno aveva mai visto. I 4 giovani appena giunti in città non aprirono nemmeno i bagagli, diedero il compito al manager di assicurarsi che le camere dell’hotel fossero confortevoli e scapparono a cercare la famosa via della musica. Giunti finalmente sulla Paganini avenue iniziarono a camminare attraverso questa strada piena di bar, barboni, negozi di musica e musicisti di strada. Dopo qualche minuto eccolo là! Il Jack Mendez Music Shop! La mecca di ogni musicista che si rispetti. Si diceva che Jimi Hendrix avesse scritto little wing proprio tra quelle mura. Si fiondarono all’interno. Il negozio a prima vista gli smorzò un po’ l’emozione, dava l’impressione di essere molto più piccolo di come se lo immaginavano i ragazzi, ma ad una occhiata più attenta si notava che sembrava piccolo per via dell’enorme quantità di strumenti ammassati con disordine al suo interno. Viole, arpe, chitarre, bassi, batterie, trombe, ukulele strumenti di ogni genere, sorta e dimensione spuntavano da ogni angolo. Vi era solo uno stretto corridoio obbligato per poter passare in mezzo a tutto quel ben di dio. Sembrava la caverna delle meraviglie ma versione feticisti musicali. Dopo una buona mezzora di silenziosa estasi il cantante del gruppo se ne uscì con un inceppato: “c’è nessuno?”

Si avvertì uno scampanellio provenire da chissà dove ed una voce rispose alla domanda.

-”Salve! Benvenuti da Jack, sono JJ in cosa posso esservi utile?

I ragazzi videro giungere questo ometto calvo dalla voce talmente profonda che quando parlava dava la sensazione che la voce uscisse in dolby surround e lui parlasse in playback.

Dopo pochi secondi, il tempo di correggere il bug cerebrale, i giovani salutarono, si presentarono e dissero che avevano da fare un concerto memorabile all’arena quel sabato e dato che avevano sentito molto parlare di quel posto erano andati in cerca di qualche strumento bello performante o anche solo qualcosa da collezione da comprare come ricordo.

JJ-”Ragazzi siete nel posto giusto.“

Dopo tutte le varie ed eventuali giunsero nel reparto chitarre, un salone sconfinato, vi erano chitarre di ogni genere, forma ed epoca. Erano tutte disponibili, se si possedeva la giusta cifra. Il chitarrista Tony prese una chitarra a nove corde dalla forma strana, acennò qualche nota ma non sembrava convinto… JJ si avvicinò e disse:” Qua ci vuole un po’ di ambiente”.

Accese una batteria elettronica, la batteria inizio a suonare un tempo base preregistrato, poi prese un basso, lo collegò ad una loop-station e ci mise sopra un bel giro di un blues che aveva un gusto classico, infine imbracciò la strana chitarra a 9 corde e Sbam! Riff che per poco non spettina i ragazzi.

Incredibile esclamò la bassista che si era già innamorata del basso artigianale con l’infinite sustain incorporato usato da JJ.

-:” Quel basso è fantastico! Quanto costa?”

-”Il prezzo giusto”

Di tutte le chitarre, bassi e strumenti in generale solo 2 chitarre erano in una teca.

-” Potete provare e comprare tutto quello che è in questo negozio, tranne l’elettrica nella teca… perché è la chitarra del diavolo.”

I giovani si guardarono con la faccia di chi sa che gli hanno raccontato una stupidaggine ma l’alone di mistero e leggenda attorno al negozio e quello strano tipo con quella strana voce bastarono per instaurare un piccolo dubbio nei loro cuori.

Dopo un breve silenzio JJ iniziò a ridere fragorosamente

-” sto scherzando! Quella chitarra è mia, è stata la prima elettrica che mi sono comprato con i miei risparmi, la classica nell’altra teca è la chitarra del diavolo e non si può toccare, non per strane ragioni è solo che ci è molto affezionato e mi dispiacerebbe che non passi più a suonare con me. Lo trovo un tipo spassoso.“

I giovani iniziarono a ridere. JJ no.

Spese fatte, il concerto del sabato fu un vero e proprio successo! Erano tutti felici tranne il chitarrista… c’era un’idea che continuava a ronzargli in testa. Quella chitarra, era vecchia e con evidenti segni del tempo eppure lo affascinava, ogni giorno di più, quel tarlo insistente e vorace si era ormai trasformato in ossessione.

Il tour mondiale dei 4 giovani continuava tra folle in visibilio e after party degni dei più grandi e maledetti rocker della storia. Ma dove diamine è il chitarrista? Bisogna fare la foto per il giornale!

Il manager inizia a cercarlo fino a che vede corrergli incontro uno degli addetti del palco con la faccia di quello che non ha ancora capito cosa è successo.

-” Hey tutto a posto? Hai mica incrociato Tony? Bisogna fare la foto…”

-”Io non volevo farlo! mi ha minacciato con un coltello!”

-”che cazzo dici? Cosa? Chi?”

-”Il chitarrista! Mi ha chiesto prima se potevo accompagnarlo in aeroporto. Io gli ho risposto che per la prossima data ci spostavamo in bus. Quel coglione ha dato di matto e prima mi ha offerto dei soldi per portarlo in aeroporto poi senza che riuscissi nemmeno a dargli una risposta ha preso il coltello dal vassoio dei salumi e mi ha detto che se non lo avessi portato dove voleva andare senza fare storie mi avrebbe sbuzzato seduta stante”

-”che cazzo dici? Che cosa cazzo mi stai dicendo!? Ti sei drogato?”

-”no giuro che è tutto vero!”

Il manovale iniziò a piangere davanti agli occhi sbalorditi del manager che non fece in tempo a telefonare a nessuno che il chitarrista aveva già messo il suo sedere su un volo privato diretto al Jack Mendez Music Store.

Un taxi sfreccia sulle strade da poco innaffiate dal temporale di una scura tarda serata, fermandosi davanti al famoso negozio. Il chitarrista scende ancora con i vestiti di scena addosso, lancia una mazzetta di soldi al tassista specificando -”Il resto è tuo capo, ricordati che non mi hai mai visto” Si lancia sulla porta del negozio dandovi una fragrante facciata e rompendosi il naso.

É chiuso!

Tony incredulo sente un tremore che gli parte da sotto i piedi ed inizia a scuoterlo fragorosamente, un misto di frustrazione, paura e rabbia! Incredulo e non curante del sangue che gli sgorga dal naso inondandogli maglietta pantaloni e scarpe inizia a gridare ed imprecare-”NO! NOOOO! Vaffanculo! Non può! Le luci sono ancora accese!”

Tony sta letteralmente bruciando nel fuoco della disperazione di chi ha l’unica cosa che desidera a portata di mano e non può prenderla. Strattona la maniglia della porta scuotendola fragorosamente imprecando e gridando come un pazzo.

Amareggiato e sconfitto si siede al suolo con le spalle alla porta e scoppia in lacrime.

Ad un tratto si sente il Clack della serratura, il chitarrista balza in piedi voltandosi, un sorriso gli riempie la faccia sporca di lacrime, sangue e moccico

-”JJ maledetto bastardo io ti amo!”

JJ lo guarda con aria poco felice e gli dice che lo fa entrare, ma prima di andare via deve pulire il vetro che ha sporcato, dipingendo con il suo corredo genetico la sua faccia da cazzo quando ce l’ha sbattuta.

Entrarono nel negozio, c’era un odore di buono sembrava vaniglia o qualcosa di simile. Nell’aria risuonava una melodia morbida e brillante, sensuale ed ipnotica.

Il chitarrista vide un signore di spalle suonare la chitarra proibita.

-”é lui?” chiese a JJ

-”La storia è strana ragazzo, il caso è che tu te la faccia raccontare direttamente da Jack Mendez in persona appena avrà finito di suonare” ed indicò l’altro nella stanza.

Il giovane aspettò e godette dello spettacolo, quel vecchio aveva proprio un tocco speciale. Ultimo giro di accordi e si chiuse la composizione.

Applausi.

Il signor Mendez non si voltò neppure a guardare il ragazzo, si limitò a dire:

-”Alla fine sei tu?! Sapevo che questo momento sarebbe arrivato. Purtroppo è una cosa inevitabile”

Tony rimase un attimo assorto poi con la foga di un tossico che non vede l’ora di farsi dare la sua “medicina” recitò:

-” Le darò tutto ciò che vuole per quella chitarra”

-”Oh fidati, ti costerà cara… Vedi, tu sei, seppur talentuoso, uno sciocco giovane.

Non hai idea di cosa ti stia per capitare.”

Il giovane aveva la faccia gonfia e ancora sporca di sangue, ciò non lo aiutava a conferirgli un’aria meno ebete.

-”JJ per gentilezza vammi a prendere la bottiglia di scotch e 3 bicchieri, qua ci vuole un goccetto per l’avvenimento”

JJ obbedì con l’aria eccitata di chi non riesce a trattenere l’emozione.

-”Vedi ragazzo, il punto è che questa chitarra non può essere venduta per via della sua storia e del suo potere. Questo strumento viene da molto lontano. Era il finire del 1700 e a Napoli un giovane talento appena diplomato al conservatorio era sulla bocca di tutti e nelle orecchie di tutti. Iniziarono le grandi tournee europee, viaggiò in lungo e in largo. Mentre cresceva la sua fama parallelamente cresceva anche il suo ego… ed in fondo, in una remota stanza del suo cervello cresceva in lui anche una strana ossessione. Tutta la musica che aveva studiato non gli bastava, tutta quella che componeva, seppure di ottima qualità, non gli bastava. Lui voleva tutta la musica del mondo. Il giovane nei suoi viaggi si faceva sempre accompagnare da un prete. Il curato oltre che essere un buon compagno di viaggio che offriva sempre ottimi colloqui e la certezza della salvezza dell’anima era anche il suo compagno sotto le lenzuola. Un po’ per amore un po’ per curiosità si lasciò convincere dall’amante ad evocare uno spirito che potesse dargli quello che lo assillava costantemente e quindi trovare pace. Così una notte a Vienna, dopo un concerto a corte i due si ritirarono segretamente nella cappelletta della magione ed iniziarono un complesso rituale.

Finita la diabolica pratica i due si sentivano esausti e nel constatare che non accadeva nulla si sentivano anche un po’ stupidi. Rimisero tutto a posto e andarono a dormire. Quella notte il giovane talentuoso ebbe un sonno tormentato, ed in sogno gli apparve uno strano essere, si intravedeva a malapena un corpo scuro che si confondeva con il buio circostante ma i suoi occhi rossi erano ben visibili ed inquietanti. Lo guardava, in silenzio. Il giovane dapprima un po’ titubante poi con fermezza ordinò alla creatura di dargli tutta la musica, quella passata, presente e futura. Il demonio ridacchiò poi con uno schiocco di dita scomparve. Il giovane si svegliò di soprassalto in una pozza di sudore. Iniziò a stare male, fu costretto a letto per una settimana. Una notte iniziò a provare dolori fortissimi, gli sembrava di andare a fuoco, si contorceva su se stesso, poi il suo viso madido mutò la smorfia di dolore in disgusto, vide il satanasso ai piedi del suo letto.

L’entità lo fissava con quegli occhi cremisi, il giovane sentì bruciare anche l’anima.

Imprecò contro quella creatura malvagia ed iniziò a pregare, Il demonio non disse nulla ma il giovane capì tutto, capì che aveva fatto il più grande errore della sua vita. Si tramutò tra atroci sofferenze in una chitarra.”

Il vecchio fece una breve pausa e ridacchiò

-”Questa chitarra per l’esattezza. Questo strumento ha il potere di attrarre quelle persone che dentro di loro possiedono la musica. Come se le incantasse. Quel senso di attrazione quasi gravitazionale che tu stai provando per questo pezzo di macabra liuteria, l’ho provato e lo provo tutt’ora anche io. Questo strumento ti migliorerà, man mano che la suonerai imparerai cose che nessun maestro può insegnarti ma pagherai con un po’ della tua anima ogni volta. Per dieci anni questo strumento sarà soltanto tuo, poi quando avrà finito di mangiarti dentro chiamerà a se un altro povero disgraziato e così via attraverso il mare del tempo.”

Il giovane chitarrista e JJ erano immobili, i loro sguardi si incrociarono. JJ fece spallucce e disse:” In poche parole sei fottuto ragazzo”

Tony si volse verso l’anziano -”Quindi ora la chitrarra è mia?”

l’uomo, con la faccia di uno che ha appena bevuto un bicchiere di Fiele-”No! La chitarra è mia. Se la vuoi dovrai uccidermi, come io ho ucciso colui che la aveva prima di me. Come ti ho detto questo è uno strumento maledetto, una macchina divora anime. L’ossessione che scatena ai prescelti non è terrena. Quindi uno di noi due deve morire.”

Tony rimase per un momento immobile, non era sicuro di aver capito bene quello che quel decrepito bastardo aveva detto.

Il vecchio guardava il giovane con occhi pieni d’odio e invidia, Tony invece aveva occhi solo per quella maledetta chitarra.

Tony non riuscì nemmeno a mettere insieme gli eventi nella sua testa che sbarrò gli occhi, aprì la bocca ed emise un accenno di qualcosa che era a metà tra un’esclamazione e un interrogativo. Davanti ai suoi occhi, JJ quel figlio di un cane, aveva accoltellato alla schiena il leggendario Jack Mendez. Dalla bocca del vetusto uscì un rantolo strozzato, poi le parole faticose -”JJ cosa hai fatto? Era lui che dovevi ammazzare bastardo figlio di troia…”

-” Lo so Boss ma ci ho pensato bene, tu ormai sei storia vecchia e io mi sono stancato di essere solo un dipendente. Certo, a causa di questo scherzetto andrò all’inferno anche io, ma con te fuori dai piedi il negozio è mio. Non preoccuparti papà, brinderò alla tua ogni volta che me ne ricorderò”

Jack sgranò gli occhi per l’ultima volta, poi cadde dalla sedia su un fianco.

JJ prese la chitarra e la porse a Tony -”Sei fortunato che Jack Mendez non ha cresciuto un figlio di sani principi, Ora la chitarra è tua ma voglio un sacco di soldi. Tony, per farti un piacere ho accoltellato mio padre alle spalle, questo è un piacere che costa caro, dovrò affogare questo brutto ricordo in un sacco di whisky e a me il whisky piace buono.”

Tony nel mentre accarezzava la chitarra, senza nemmeno alzare la testa per guardare quello strano assassino, sottovoce disse -”Non preoccuparti JJ, tutto quello che vuoi” Si riprese un attimo, si sedette sulla sedia vicino al corpo esanime del vecchio Jack ed incominciò a suonare. La musica che usciva era la perfetta cornice e nel contempo voce narrante dell’accaduto, sembrava di ascoltare un quadro dal titolo: “Tre anime dannate”