non è vero che io non uso facebook, è facebook che non usa me
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Fantastico.
Ed io dovrei decidermi a cancellarmi da lì.
vedi tu, cara c.d.
E’ il guaio di quelle cose che hanno un’ampia inutilità, ma purtroppo anche una piccola utilità. Si finisce per dar retta più a quest’ultima.
Magnifico aforisma, Diego.
«magnifico» detto da un grande come te, caro alberto, è davvero un apprezzamento magnifico
Caro Diego,
lasci che le dica che il blog “La città invisibile” ha una interessante pagina facebook (curata da 5 amministratori. Io personalmente dedico almeno un’ora al giorno a questa pagina). Abbiamo più di 4500 amici e ci si può trovare rassegna stampa, poesie, foto, link, ricorrenze, vignette e tanti commenti. Domani per esempio ricorre l’anniversario di Gauss, il grande matematico: lo si potrà leggere sulla pagina FB del blog. Come al solito è l’uso che caratterizza le cose: le persone intelligenti ne fanno un uso intelligente. Si può avere un profilo FB riservatissimo (volendo anche con uno pseudonimo) senza dire nulla di sé, senza accettare nessuna amicizia e usarlo solo per visitare i luoghi (FB) che ti interessano oppure per scambiare velocemente messaggi (riservati, naturalmente, ovvero “For Your Eyes Only”) con quei pochissimi amici con i quali scegli di essere in contatto.
Nel nostro caso possiamo ben dire: “Siamo noi che usiamo facebook, non facebook che usa noi”.
Grazie per lo spazio usato forse impropriamente.
caro prof. w., non tutti hanno un’attrezzatura culturale, mentale, morale (e anche diciamolo, il tempo a disposizione), per affrontare il fenomeno in modo fruttuoso
sicuramente, esistono utilizzi virtuosi ma, nel complesso, intravvedo rischi nel fenomeno: detenere quel network significa avere un potere abnorme in mani strettamente private
insomma, sicuramente l’utilizzo di qualità esiste (per esempio la «città invisibile»), ma non annulla la mia diffidenza
Caro Diego,
il mondo sarebbe fermo se la diffidenza del nuovo avesse preso il sopravvento.
Ricordiamo ancora una volta che:
Platone pensava che la scrittura sarebbe stata la fine dell’umanità;
Tacito a proposito dei cristiani scrisse che “una perniciosa superstizione dilagava nell’impero” minacciandolo nelle fondamenta;
molti nobili del 600 si vantavano di non avere nessun libro stampato ma solo manoscritti sui loro scaffali;
il primo medico (un bolognese credo) che eseguì un parto cesareo su madre viva ( da sempre, anche al tempo dei romani, era consentito il cesareo in caso di decesso della madre) fu arrestato,
i detrattori del suffragio universale pensavano che tale metodo avrebbe distrutto la civiltà.
Potrei continuare per ore.
Rammentiamo il monito di Alf Rehn:
“Il modo migliore per essere creativi, quindi, è riflettere soprattutto sulle cose che tendiamo a disapprovare. La prossima volta che bolli un’idea come sgradevole, fermati e domandati: cosa stai cerando di proteggere? Cosa vuoi evitare di imparare? Avvertire disgusto per un’idea è il primo segnale che abbiamo raggiunto i limiti imposti dal nostro cervello. Oltre quella palizzata c’è la creatività.”
(si veda in proposito il mio post http://nellacittainvisibile.blogspot.com/2012/03/creativita-declino-rimedi.html).
Con grande stima.
W
l’argomento è molto interessante e si presta a prospettive dialetticamente feconde; appena ho tempo ci torneremo su, caro prof. W.
ho riflettutto, caro prof. w, ed ho due contro-obiezioni alla sua argomentazione:
1. non è detto, sarebbe un atto di fede crederlo aprioristicamente, che una novità sia un bene, e la storia ce lo insegna, basti pensare a che tragedia immane, a che immenso genocidio ha fatto seguito alla colonizzazione del nuovo mondo da parte degli europei
2. nel caso di facebook, a mio sommesso avviso, il tentativo di controllare e possedere un mezzo di comunicazione interpersonale a livello planetario, da parte d’un privato, è già in sè pericolosissimo (e infatti spesso ci sono polemiche, quando pagine «scomode» vengono rimosse e altre, magari più volgari ma che lisciano il pelo al potere, vengono lasciate in pace)
secondo me, caro prof. W., da uomo di alta cultura quale è, confonde gli avanzamenti del sapere e della tecnica, sempre auspicabili, con la totalità dei fenomeni culturali e sociali, che non sono tutti «naturalmente» positivi, intrisi di sorti progressive
con tutto ciò, io ragiono dialetticamente, so che possono convivere anche prospettive diverse e intrecciate, su ogni fenomeno importante
Caro Prof. Woland, credo che sia opportuno distinguere una tecnologia -il web, Internet- dalle sue specifiche e particolari applicazioni. Facebook rientra tra le seconde. Diffidare di fb non significa affatto, dunque, respingere uno strumento tecnologico di grande rilevanza e fecondità, qual è la Rete.
Più banalmente, non bisogna dimenticare alcuni elementi che mi sembrano negativi:
– tutti i testi e i documenti che appaiono su fb diventano solo per questo proprietà giuridica della società di Zuckerberg;
– gli utenti di fb sono obbligati a mostrare nelle loro pagine della pubblicità mirata;
– l’ideologia -per così dire- di fb è esplicitamente avversa al rispetto della privacy e spinge verso una trasparenza sempre più grande e funzionale a interessi commerciali.
Di più: fb
-procede a un profondo stravolgimento delle relazioni interpersonali (cfr. “I tre movimenti di facebook”, su Alfabeta2:
http://www.alfabeta2.it/2011/03/03/i-tre-movimenti-di-facebook/);
– svolge una sempre più sistematica attività lobbistica ( cfr. http://www.repubblica.it/esteri/2011/09/28/news/facebook_politica-22336413/?ref=HREC1-5);
– commette veri e propri reati, come denunciato da “Europe versus Facebook”. – Secondo il Data Protection Act, infatti, ogni informazione che l’utente elimina deve essere cancellata anche dal server. Invece Facebook mantiene traccia di tutto. “Nei file che abbiamo ricevuto ci sono tonnellate di dati cancellati – spiega Schrems – alcuni messaggi contenevano informazioni molto sensibili’. ‘Io penso che sia uno scandalo – continua il ragazzo – che loro dicano agli utenti che possono rimuovere facilmente i contenuti, se lo vogliono, ma in realtà continuino a conservarli. Da come la vedo io, stanno semplicemente prendendo in giro le persone’. Oltre che violare una legge”.
(Fonte: la Repubblica: http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/10/19/news/facebook_rispetti_la_legge_europea_la_sfida_di_tre_studenti_per_la_privacy-23232910/?ref=HRERO-1)
Mi scuso per la forma e per la lunghezza dei link e rinvio a un mio breve testo dove ho riassunto alcune delle riserve che nutro verso questo fenomeno, il quale presenta sicuramente anche degli aspetti di utilità. E tuttavia quando esprimo qualche perplessità a persone a me anche molto vicine, ho l’impressione che reagiscano (piuttosto duramente) come se si stesse togliendo loro la buona coscienza del bambino che si diverte molto con un giocattolo dei cui rischi è però inconsapevole.
Chiedo scusa a Diego per questa lunga intrusione.
mi pare invece, caro alberto, un intervento qualificato e qualificante sul tema
Concordo con Diego e Biuso.
E’ vero che è sempre l’uso che si fa di uno strumento a renderlo positivo o meno, ma è anche vero che ogni strumento è costruito e tarato per raggiungere obiettivi diversi.
In altre parole, Facebook è paradossalmente meno neutro ed aperto a diverse opzioni d’uso di quanto non lo sia stata la scoperta della fissione nucleare.
Sia detto senza voler estremizzare, ma ha una sua natura ben definita, che tende all’accumulo e all’effimero.
grazie dell tua opinione, cara c.d., che ovviamente avrei gradito anche fosse stata opposta
sono d’accordo sull’idea che facebook abbia una sua «natura», non sia un mezzo neutro, anche se c’è chi, e molti anche fra gli amici che passano di qua, che lo usano con soddisfazione e scopi anche apprezzabili
insomma non si tratta di criticare chi lo usa, ma di sottoporre a «critica» questo così monopolizzante social n.
e poi, un piccolo aforisma, non m’aspettavo fosse così stimolante…
Naturalmente: tant’è vero che, appunto, lo uso anch’io (ma per le stesse ragioni già dette mi disiscriverò: dopotutto per me non è che una eco di cose pubblicate altrove, o alternativamente un enorme ‘distrattore’).
Gli aforismi, caro Diego, sono tra le forme di scrittura che trovo più entusiasmanti, perché a costante rischio di pura banalità o offensiva generalizzazione.
Quando evitano queste cadute non deve stupire che colpiscano ;)
Le mie compagne del liceo erano antipatichelle, ci mancherebbe doverle rincontrare! per non dire degli ex fidanzati che magari sono invecchiati male e “inquartati” in sovrappeso.
saggia osservazione, sara
se una persona non la vedi da trent’anni un motivo ci deve pur essere
cosa temi di fb che wp non ti fa temere?
in effetti anche wordpress ha qualche caratteristica analoga, solo che, almeno mi pare, una piattaforma di blogging è meno pervasiva, se non altro per i ritmi diversi
certamente, ottimo giovanni, un wordpress come cms implementato su un proprio spazio web sarebbe ancor meglio, ma non ho tempo nè voglia di mettermi a studiare…
ah ok, temevo fosse fosse un problema di privacy o profiling
buon giovanni, forse sul tema in termini più ragionati, è meglio che io rimandi ai link proposti dal mio amico prof. biuso, perchè le mie impressioni personali possono anche essere soggettive e come tali io le propongo