Dagli appunti di viaggio di Paolo Pasquali. Fragrante, intensa descrizione di donna indiana. Fascino irresistibile di una “leggiadra e insieme arrogante donna di Madras”. Trabocca dalle frasi sensualità e adorazione verso questa creatura così intensa. Il tintinnìo delle cavigliere cadenzano la sacralità, la sensualità, il denso cromatismo delle vesti. Paolo riesce ad agguantare tutto il fascino dell’India. Bel testo, dal ritmo perfetto. Musica ipnotica delle parole.
La donna entra dalla porta. Scende le scale alzando il sari azzurro per non inciampare, le cavigliere lucide tintinnano ai suoi piedi e riducono al silenzio tutti gli altri suoni intorno. Il passo è frusciante; incede leggera, sollevata dal suolo, e i capelli assorbono le note del raga, le stoviglie diventano inutili fronzoli acciaiosi inventati solamente per racchiudere i riflessi delle lampade. La sala, solo un attimo prima caotica e brindante, ora è muta corsia d’ospedale – veglia funebre. Lei è angelo e giustiziere, padrona del suono, zittisce le zanzare pettegole in vena di racconti pepati sul suo piede martoriato. Regina – semplice madre – donna prototipo nel complicato essere femmina. Alza lo scialle di seta azzurro scuro e le braccia, velluto nero, si materializzano con tutta la capacità di stringere, afferrare, abbracciare. Assomiglia alle sculture femminee di Belur. Dolore, piacere, e il cameriere porta piccanti lenticchie per invogliarlo a un’altra birra fresca. Di fronte alla dea non servono sotterfugi e neppure giochi puerili di cuochi alle prime armi. Lui tenterebbe la vicinanza anche se fosse agonizzante, evirato, impotente, anche solo per un attimo di complice silenzio. Leggiadra, e insieme arrogante donna di Madras. La schiena nuda, al di sotto del corpetto, si infrange in pieghe che profumano di acqua di rose, di polvere della pianura e di similpelle surriscaldata dei sedili degli autobus moribondi sotto il sole.
Il tuo piacere è mio piacere…rendi importante ogni cosa fatta per gioco…grazie
Per gioco, un bel testo. Ciao caro P.