la gamba del depresso

Ho passato un brutto periodo; so bene che a uno abituato a passarsela bene basta poco per sentirsi infelice, ma c’è poco da fare, stai male lo stesso. Ma l’argomento non sono le paturnie di un 64enne viziato, ma la questione della “psiche che modifica il soma” (risparmio la citazione in greco che fa ultrafigo, basta vanità) ma in sostanza significa che il pensiero influisce pesantemente sul corpo. Mi è capitato che durante i giorni col morale molto a terra (diciamo sottoterra) nel salire i sette scalini che portano nel portone di casa provavo un dolore all’anca destra, come una fatica a tirar su la gamba, rendendo necessario un saltello, inelegante e bruttino a vedersi. Appena terminato il periodo di pessimo umore, non tanto per meriti personali ma per banale culo (licenza poetica in uso nel discorrere non scritto), il dolore è sparito, la gamba si è rimessa di buon umore a salire gli scalini. Una roba del genere c’è anche in un romanzo di Svevo (non ricordo a memoria il titolo).

Son cose che a volte non ci si crede, ma forse hanno un fondamento. Mi scuso con i pochi e benevoli amici in lettura per la banalità. Ma in fondo tutto è banale, o tutto è incredibile, chissà.

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meno scrivo, meglio è
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11 risposte a la gamba del depresso

  1. Luigi Maria Corsanico ha detto:

    Beh…quando si dice essere in gamba e tu lo sei sempre, caro Diego, un lungo abbraccio!

  2. poetella ha detto:

    guarda che non dici affatto banalità. E il rapporto (strettissimo) tra psiche e corpo è innegabile.
    Ne so qualcosa io che, anni fa, per un dolore infinito che mi ha gettato in uno stato di prostrazione durato quasi due anni (volevo morire!) mi sono ammalata di una di quelle malattie autoimmuni che sono un chiaro segnale del corpo che si vuole distruggere. Raggiunta la serenità è tutto sparito. Anche se devo stare in campana a conservare la serenità. Cosa alla quale lavoro costantemente.
    Datti da fare anche te.
    E ricorda un consiglio che m’ha dato un’amica blogger:
    Carità, tolleranza e strafottina. Un cucchiaio a digiuno ogni mattina.

    E dai… sorridi!

  3. Paolo Popof ha detto:

    Molti malesseri hanno natura psicosomatica, ognuno di noi penso abbia una tecnica per riconoscerne la provenienza e rimuoverne l’effetto.
    Arrivo a questa conclusione dopo aver cancellato il commento che stavo scrivendo in cui stavo ricordando almeno tre eventi negli ultimi anni che ho risolto ripensando alle cose fatte o vissute prima del malanno e ponendovi rimedio. In fondo siamo quel che viviamo.

  4. marcello comitini ha detto:

    E io che ho settantacinque anni dico : magari fosse così! E poi mi chiedo: concentrandomi per benino e autoconvincendomi ancor di più riuscirei a saltellare (diciamo saltellare per creanza) come un giovane ventenne?
    Giovinezza che si fugge… non ritorna in nessun modo. (Lorenzo perdonami!)

    • diegod56 ha detto:

      in effetti per certi versi pensare che è tutta suggestione è sicuramente consolatorio, però magari aiuta, caro Marcello, grazie della riflessione

  5. Novella Semplici ha detto:

    Orticaria forse autoimmune presente. Ci combatto ormai da anni.

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