a volte, se togli il superfluo

Il caro amico Mattia, bluesman e mitico barman, sta rimodernando il bar, in queste settimane di forzata chiusura. Oggi son passato da lui, per recuperare tre armoniche e il reggiarmonica, ma soprattutto per salutare. Niente abbracci, si sa, ma è stato un salutarsi comunque vero, autentico come una scala pentatonica senza fronzoli.
Nel ristrutturare, scalzando il pavimento in listelli finto legno, esce fuori un bel pavimento in granito. Duro, solido, ruvido come un bel blues. A volte, se togli il superfluo, ti accorgi che sotto c’è l’essenziale, il meglio troppo coperto da scemenze.
«Mi raccomando, suona anche la mia chitarra brasiliana» gli ho ricordato, «soffre se non la suoni ogni tanto, mi raccomando suonala, non sono geloso, lo sai».
Un po’ lunga la strada dal bar, a piedi, fino alla mia periferia, ma col cuore più leggero si cammina meglio (e con le armoniche in tasca).

Qui la canzone che ho scritto per Mattia:

Mattia Blues

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meno scrivo, meglio è
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3 risposte a a volte, se togli il superfluo

  1. poetella ha detto:

    Sicuramente con le armoniche in tasca…
    Ricordo come ero felice, da ragazzina, quando andavo in giro con la mia chitarra in spalla…

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