Che strano inverno. Questo sole obliquo e tagliente. Il nastro del mare cobalto riluce, scintilla impietoso. Ogni dettaglio, anche i grumi di polvere sui vetri del bus, è crudelmente nitido. Certo, di solito si ama la luce, e si teme il buio. Ma il tutto sta in armonia nel giusto ricambio, nei passaggi graduali delle stagioni. Altrimenti è spiacevole. In fondo è tutto improvviso, ci metti tanti anni a diventare grande, tanti anni a diventare vecchio. Ma la sensazione, il senso definitivo, come il clack della porta che si chiude e non hai più la chiave, è sempre improvvisa. Certo, questa luce lascerà il posto alla notte, ma sarà una notte strana, di minacciosa quiete. Ma, a ben pensare, la minaccia vien da dentro di noi, dal troppo pensarci su.
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sì suonare è la scelta migliore cara L.!