improvvisazione

La camicia è da strizzare, nella foga del blues artigianale finisce che si suda. Nel locale vuoto che attende i primi clienti della sera, si improvvisa un blues vagamente latino. La minore settima, re settima e via con la vecchia Catania Carmelo(*) che suona forte e grezzo. Il ragazzo ha stile, nel mentre che raspo gli accordi lo ascolto volentieri. Ma l’improvvisazione è per chi ascolta o per chi suona? L’improvvisazione secondo me è per chi suona. Un gesto continuo e troppo repentino per pensarci su, le geometrie, gli accordi, le scale le devi pescare al volo, dalla memoria della mano. Quasi come il polpo, affascinante creatura dal cervello distribuito, ogni tentacolo ha la sua memoria, la sua volontà attiva. Un attimo di silenzio, nel bar vuoto, birra fresca. Nulla ha importanza, è tutto un giro di accordi che torna all’inizio, la vita nasce e muore in 12 battute.

(*) marca di chitarre economiche ma assai sonore, in quel di Mascalucia (Ct), ormai chiusa

Informazioni su diegod56

meno scrivo, meglio è
Questa voce è stata pubblicata in Uncategorized e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

6 risposte a improvvisazione

  1. poetella ha detto:

    mannaggia… qui non ci sono localetti dove qualcuno suona blues. O forse ci sono e io non lo so… La città è così grande…

    • diego ha detto:

      in realtà le serate «ufficiali» non sono continue, più che altro si imbracciano le chitarre alla buona, il ragazzo che ha il bar è appassionato e gli passo alcuni rudimenti del blues, se c’è qualcuno che ascolta, meglio, se no ci si diverte lo stesso

      diciamo che è un suonare semiprivato, sicuramente a Roma ci sono dei posti…
      grazie cara L.

Scrivi una risposta a poetella Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.