Un tale, per quanto in ottima salute, porta uno curioso difetto: ha tre palle. Questa nascosta abbondanza lo angoscia, finchè un medico lo consiglia: «suvvia, ne parli con qualcuno, servirà a sdrammatizzare questo non-problema». Il nostro tripalluto, uomo schivo e poco incline ad attaccar bottone decide di buttarsi e, appena uscito, di dirlo al primo che incontra. Si fa coraggio e in un sol fiato: «Buon giorno, lo sa che io e lei abbiamo cinque palle?» Il tale lo guarda perplesso un attimo e poi replica: «perchè? lei ne ha una?»
La storiella è sciocchina e risaputa. Però io sono convinto che un po’ d’umorismo è assolutamente indispensabile per farcela a navigare nel mare pericoloso della vita. Una partita davvero interessante e ricchissima di emozioni, ma una partita dura, una partita con un avversario che comunque non ci fa sconti, un avversario al quale possiamo replicare alla fine con due sole armi: dignità e umorismo. Saper ridere è avere davvero quattro palle.
… ma pure cinque!
E mor’ammazzata l’avarizia! Come se dice a Roma…
saggezza capitolina!
😘😘😘😘😘
vero, fare umorismo è facile ma attualmente saper ridere richiede una buona dose di coraggio
grazie Daniela, in effetti ci vuole coraggio, anche se la condizione umana è comunque problematica al di là delle singole fasi storiche; certo però che nell’oggi sono anche tempi problematici, basti pensare al problema ambientale (solo per citarne uno)
Ridere dev’essere una ginnastica quotidiana
grazie cara Princy, sono d’accordo col senso della tua frase: è una necessità praticamente indispensabile per non farsi sopraffare dai senstimenti cupi