Il presente è la spuma sfuggente dell’onda, sta per essere e poi, rapidamente, è passato. Anche una vita è provvisoria schiuma, rapida e sfuggente. Che servono le foto? A fermare l’onda, il suo slancio, promessa e minaccia, nell’istante. Il vantaggio della fotografia sul cinema sta lì, condensa la sconfitta inferta dal tempo, con la sua piccola vendetta: l’immobilità.
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Meta
Ma è proprio così immobile una foto? Apparentemente si, ma le sue vibrazioni, il suo silenzioso movimento emozionale, le onde gravitazionali del suo senso raggiungono il cuore. E’ possibile che solo l’immobilità generi movimento? Il massimo del movimento non è forse la stasi?
più o meno, caro kalosf, è il concetto da me presentato: l’immobilità «muove» con la forza dell’evocazione e la domanda che lascia in sospeso, come spesso accade nelle immagini del tuo interessante blog/esperimento
Grazie… :-)
ben scritto…
post e commenti!
Ciao, Diego!
grazie cara Poetella, il tuo giudizio è sicuramente autorevole per me, visto come scrivi e come crei
poetella… arrossita…
Detesto consigliare libri, ma dopo aver letto il tuo post non posso non suggerirti “L’infinito istante” di Geoff Dyer.
Buona giornata
grazie, molto gentile la tua segnalazione