L’amica Marina Garaventa, figlia del celebre tenore Ottavio, conoscitrice e qualificata divulgatrice dell’Opera Lirica, ha suggerito l’ascolto di questa esecuzione.
Il violoncello è strumento che presenta grande affinità alla voce umana, sì che dal suo «canto» è possibile trarre emozioni vive, fisicamente umane. Ricorda Marina che il Verdi amava questo strumento, e non è un caso, vista la grande capacità (ed intenzione) del Maestro nel trasporre i vividi sentimenti nella sua musica.
Oliver Sacks, nei suoi testi ci rammenta come la musica abbia una strada diretta, tutta sua, per «agire» nella mente (o meglio, trattandosi di emozioni fisiche, come scriverebbe Biuso, nel corpomente). Quando osserviamo un quadro o leggiamo un testo c’è un percorso, una decodificazione abbastanza tortuosa, in quei trecento millisecondi occorrenti prima della coscienza la mente ricostruisce, rinnova nessi, analogie, prospettive. Invece la musica entra subito, e quando ti accorgi che t’ha preso, che t’ha afferrato, la musica in te è già esplosa. È andata da sola, senza chiedere permesso, a rovistare nei ripostigli, nei labirinti nascosti alla coscienza.
Il violoncello, suonato come si deve, è una chiave per aprire quelle porte.
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Meta
Grazie. Felice di averti stimolato. bacio
Forse ti ho già citato Cioran, che diceva che “senza il dominio del concetto, la musica avrebbe soppiantato la filosofia”
no caro red, non mi sembra che tu l’abbia citato
secondo me filosofia e musica hanno sicuramente dei territori in comune, anche se la filosofia dovrebbe trovarsi ad un livello più onnicomprensivo
penso che la potenza della musica sia nella capacità di evocare vibrazioni individuali e nel contempo collettive, si nutre cioè dell’intimità del singolo e nel contempo dello spirito del tempo in cui si eventua