Leggo, leggo abbastanza. Ma non sono un accanito, lascio che i libri si possano depositare in me. Non leggo per evadere dalla prigione della vita, ma per capirla. Difatti mi affascinano sempre più i libri dove si tratta degli animali. Cioè quella parte di vita che noi, in mancanza di meglio, abbiamo definito così. L’essere umano è creatura sbilanciata, in mezzo al guado, la sponda opposta è lontana, ma la sponda antica è perduta. Certo, ha un certo fascino esser qui, ed esser grumo di materia che scrive, ma forse è anche, nel contempo, rimpianto verso quel vivere diretto, intenso. Per la verità è forse troppa l’abitudine al lusso: cibo caldo, riparo per la notte, acqua potabile fredda e calda senza troppa fatica. E se fossimo solo viziati, in specie noi pensatori per diletto?
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