Forse la poesia intimista è un controsenso. Se è intima perché scriverla? Cosa spinge a stendere, sul sentiero delle parole inanellate, percezioni personali, interiori, intime? Secondo me la consistenza della poesia è nel dare tempo, conferire tempo, costruire tempo. Tre accadimenti. Anzitutto il tempo della lettura, e poi il tempo che separa la scrittura dalla lettura e, infine, la sorpresa di attraversare grandi lassi di tempo. Leggo oggi un verso di Saffo, e questo ha varcato i millenni. La poesia, anche se la scrivi ora, in questo mattino di settembre, ha già in sé quel sapore di lontananza. Quando invece qualcuno leggerà, sarà sapore di vicinanza. È dunque il tempo, condensato in una parola che narra una vita, oppure dilatato in un verso che varca i millenni, l’argilla in cui è plasmata la poesia.
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Meta
Ehi, ma che pensiero!!
Mi piace….
mi vengono alla mattina, sarà la mitopoiesi dell’inconscio notturno (scherzo, non ci credo alla psicoanalisi)
A volte, vorrei saper scrivere poesie, perchè solo così si possono esprimere certe cose, troppo intime per essere narrate.
la tua prosa è spesso poetica, cara Princy
personalmente apprezzo la poesia, ma preferisco la prosa «poetica»
Princy, il computer, è guarito?
Caro Diego,
l’uomo ha la mania delle classificazioni. Spesso sono utili, altre volte un semplice orpello.
La poesia, la vera poesia, non ha attributo. La poesia è. Ed allora la domanda è: perché l’artista si esprime e quando lo fa per chi lo fa? Una possibile risposta ce la dà Italo Calvino.
Nel capitolo VIII de Il Cavaliere inesistente scrive:
P.S.
Calvino si esprime tramite una suora che è chiusa in convento: ecco il perché del femminile nella parola “chiusa” che leggiamo nella citazione.
grazie del bel contributo, caro Prof. W., come sempre di un certo livello