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“Questa è l’acqua„ di David Foster Wallace, Recensione di Graziano
Questa voce è stata pubblicata in Recensioni Graziano, della libreria Contrappunto. Contrassegna il permalink.
Un libro che consiglierei è l’ ultimo che ho letto: “Questa è l’ acqua” di David Foster Wallace, pubblicato dai tipi Einaudi nella collana Stile Libero. Autore americano nato nell’ Illinois nel 1962 e scomparso il settembre dell’ anno scorso togliendosi la vita, terminata quella parabola esistenziale forse premonita, oggi è entrato precipitosamente nella leggenda. Don DeLillo definisce Wallace “uno scrittore che registra l’ attimo nucleare e ci aiuta a capire la forma e il tessuto di un’ intera epoca”. Sono state pubblicate in Italia le raccolte di racconti “La ragazza dai capelli strani” dalle edizioni Minimun fax, “Brevi interviste con uomini schifosi”, “Oblio”, e ora “Questa è l’ acqua” sempre per le edizioni Einaudi. Il titolo prende spunto da un discorso pronunciato da Wallace in occasione di un congresso rivolgendosi ai suoi studenti: l’ acqua è il flusso quotidiano nel quale siamo immersi e dal quale siamo sommersi spesso senza neppure accorgercene. Narratore sperimentale, post-moderno, meglio ancora post-neo-realista, non di facile collocazione anche per la varietà di generi in cui si è cimentato spesso intersecandoli, saggi racconti romanzi reportages, ne conserviamo un ricordo personale che si avvicina ad un qualsiasi dei suoi personaggi: ossessivo, disilluso, idiosincratico, morboso, cerebrale, emotivamente ipertrofico. La sua scrittura dapprima risente dell’ influenza dei suoi maestri letterari quali Flannery O’ Connor, Carver, Pynchon, DeLillo, John Barth, per poi prendere una variante che si delinea più autentica, inaspettata e pirotecnica, destrutturalizzando la pagina con segni di interpunzione distribuiti in maniera talvolta quasi radiotelegrafata, periodi monologanti con corposissime note ai margini di pagina, linee grafiche che probabilmente vorrebbero rappresentare oscillazioni umorali altrimenti indecifrabili. Brillante tennista da giovane, laureato in filosofia e appassionato di Wittegenstein e di matematica, Wallace ci ha lasciato una sterminata produzione che ci appare come un caleidoscopio di personaggi davvero curiosi e indimenticabili, insoliti e al tempo stesso ordinari, adolescenti fragili e inquieti, maniaci sessuali di ogni specie, tossici, depressi, malati terminali, storpi ruffiani e presentatori televisivi cinici, artisti frustrati e falliti, tutti carnefici-vittime di quella terribile realtà che mostruosamente impera nell’ Occidente globalizzato, allucinata e alla deriva. Non manca l’ uso di un affilato dark humor che sorprende situazioni tanto banali quanto vertiginose vissute dai personaggi facendone veri e propri cartoon, dei pupazzi senza speranza né redenzione. Il solito scherzo infinito.
Buona lettura.
grazie Graziano, per intanto lo ho approvati, poi li sistemerò anche meglio, oggi purtroppo ho dei problemi personali che mi tengono lontano, a presto