Etty Hillesum

[contributo dell’amico Graziano]

Un libro che consiglierei di leggere questo mese è “ Credo in Dio e negli uomini. Storia di Etty Hillesum “ di Patrick Woodhouse pubblicato lo scorso luglio dalla casa editrice torinese Lindau.
L’autore di questo saggio è un Canon Precentor della cattedrale di Wells che si trova a Somerset, in Inghilterra, ovvero un “ cantore “ anglicano; in questo suo libro ha ripercorso la vita e l’evoluzione del diario scritto da Etty Hillesum, una ragazza ebrea olandese deportata ed uccisa ad Auschwitz nel 1943 insieme alla sua famiglia.
Ricordo che quella di Etty Hillesum rappresenta, insieme all’opera di Primo Levi e al diario di Anne Frank, la più importante e sensibile testimonianza sull’Olocausto, il più cruento periodo della storia mondiale.
Woodhouse, ripercorrendo le più significatice pagine del diario e delle lettere inviate agli amici e parenti, ci conduce ad una approfondita interpretazione di quella che è stata una vera e propria trasformazione spirituale della donna Etty, morta in quel non lontano 30 novembre 1943 nel più noto campo ci concentramento, quello di Auschwitz, dopo lo smistamento avvenuto in quello di Westerbork, a nord est dell’Olanda.
Nata da una famiglia medio borghese incapace di trasmetterle quella sicurezza psicologica indispensabile e naturale per qualsiasi figlio, Etty cresce insieme ai fratelli minori in un ambiente pervaso dal bigottismo ebraico e dalla nevrosi, sino a quando arriva il momento in cui intaprende gli studi di giurisprudenza all’università di Amsterdam; da subito Etty dimostra il suo interesse per i testi biblici e della filosofia e letteratura europee, Sant’ Agostino, Dostoevskij, Rilke e anche le recenti indagini del professor Carl Gustav Jung.
Pervasa da un temperamento instabile e passionale, incontra poco più che ventenne l’uomo che più influì insieme alla figura del padre insegnante nella sua formazione interiore, un tal Julius Spier, un “psicochirologo” tedesco molto più anziano di lei. Lo stretto e ambiguo legame che la strinse a quest’uomo fino alla fine, determinò in Etty la sua crescita e trasformazione psicologica e spirituale. E’ importante conoscere le basi della vicenda umana di Etty Hillesum, altrimenti non risulterebbe chiara la sofferta e radicale maturità interiore che prese il via da una personalità in conflitto con se stessa e con la realtà sociale del suo tempo.
Senza alcuna retrospettiva religiosa, Etty si avvicinerà al concetto di Dio attraverso i passi più profondi della propria anima, scossa da forti sensi di colpa e un’accesa vitalità sessuale. Andrà così incontro alla consapevolezza del proprio destino e a quello dell’ intera comunità ebraica con una prodigiosa e personale ricchezza spirituale coltivata dentro di sé con ostinata forza, con un vigore e tenacia simili ai canoni della tradizione zen. Combatté con le armi del pensiero, della dignità, della parola, dell’ altruismo, e della propria personale fede contro la disperazione collettiva del popolo ebreo perseguitato dal nazismo, senza mai cadere nella facile tentazione dell’odio verso il carnefice, considerato umanamente fragile e spogliato da ogni pregiudizio razziale.
Etty incarnerà quella figura predestinata a condurre la missione di colei che allevia e conforta i fratelli e le sorelle simili nella natura e nel destino, accompagnati verso la meta finale della morte con coraggio e serenità, certa che “ la vita è bella e ricca di cose buone “, imprescindibili dalla sofferenza e dagli ostacoli terreni. Etty scriverà: “ La mia vita […] è stata resa più ampia dalla morte ” e “ Credo in Dio e negli uomini “, sicura che la sua fine e la sua parola potessero cambiare la concezione dell’umanità
riguardo il senso della vita e della morte così come lei le aveva concepite nel suo breve ed intenso cammino. Oggi credo che la Etty Hillesum così come interpretata dal libro di Patrick Woodhouse rappresenti un esempio di “ donna per il nostro tempo “, e che il suo messaggio religioso e filosofico possa aiutare l’umanità futura a meglio affrontare e comprendere l’oscuro ed incerto domani che la attende.
Consiglio di leggere parallelamente il diaro e le lettere di Etty Hillesum entrambi pubblicati in Italia da Adelphi.
Buona lettura.

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meno scrivo, meglio è
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15 risposte a Etty Hillesum

  1. Boh/Orientalia ha detto:

    Difficilissimo credere negli uomini dopo quello che le è capitato, una donna eroicamente coraggiosa.

    Bella presentazione Diego.

    • diegod56 ha detto:

      sono contento che ti piaccia, cara boh

      e senz’altro ne sarà contento l’amico graziano (che fa queste cose in autonomia, io sono solo il rudimentale regista)

      in effetti anch’io ho pensato alla difficoltà di questo approccio così umano ad una vicenda così terribile e disumana

  2. Boh/Orientalia ha detto:

    ps perché l’Adelphila la chiama Hetty?

  3. Enrica ha detto:

    Pardon, pensavo che fosse proprio l’Adelphi. Non te lo avrei detto, almeno non in pubblico.

    • diegod56 ha detto:

      e che male c’è a rilevare un errore? oltre a tutto questi testi dell’amico graziano io lo ricevo e poi li posto, per cui invece dovrei dare un’occhiata, prima

  4. Boh/Orientalia ha detto:

    Rilevarlo in pubblico non mi sembra carino, se uno conosce la persona.

    Noi non ci conosciamo ma è come se un po’ ci conoscessimo davvero, o no?

    • diegod56 ha detto:

      certo che ci conosciamo (oltre a tutto hai anche l’esilarante esperienza dei miei video)

      in effetti quella delicatezza cui fai riferimento, è opportuna, è una gentilezza apprezzabile

      ma è anche vero che molti blogger che proclamano l’amore universale poi, appena appena critichi qualcosa, si mostrano permalosi

      se io scrivo sul blog, poi, a parte le male parole, debbo accettare anche le eventuali critiche

      certamente con educazione, questo sì

  5. Boh/Orientalia ha detto:

    penso Diego che, amore o non amore, si può criticare senza criticare, non so se mi spiego. Ogni tanto io ricevo commenti sugli errori o i refusi, e ringrazio, ma li faccio sempre in privato.

    E’ il minimo che si possa fare. Su Internet, magari da un sito all’altro, le cose rimangono sempre e non mi sembra il caso sottolineare una défaillance altrui. Infatti fra giornalisti nessuno lo fa.

    • diegod56 ha detto:

      in effetti a pensarci bene, è vero che è una delicatezza giusta non rilevare pubblicamente il refuso, e debbo dire che forse io finora ho sottovalutato un poco la questione

      se mi capita, terrò a mente questa considerazione (in fondo sono un blogger naif, poco addentro alle usanze della blogosfera)

  6. Boh/Orientalia ha detto:

    Diego, la blogosfera attacca, e spesso a sproposito, lo avrai visto! O anche illegalmente.

    Fra professionisti non si fa: ma spesso i blogger sono dilettanti allo sbaraglio (della scrittura) e magari mancano di quella delicatezza e intelligenza che hai tu.

    E poi le liti acchiappano link..;)

  7. Boh/Orientalia ha detto:

    io passo sempre ma non pubblichi più, Diego? I tuoi lettori reclamano, hanno dei diritti eh.:)

    • diegod56 ha detto:

      un pò il lavoro pre natale mi tormenta, un pò sto leggendo un libro (in autobus, nei ritagli di tempo), un pò mi stà girando in capo una cosetta sulle somiglianze fra un cane e il suo padrone (padrone è un termine che non mi piace, diciamo amico umano), ma non ho il tempo per scriverla a modo; un pò il fatto che scrivo anche lettere “normali” con busta e francobollo, che mi prendono parte delle energie scrivane

      ai miei lettori affezionati dico: al posto di diego, meglio un bel classico, che ne so cervantes, gesualdo bufalino, flaubert, o quel che vi pare; ci sono sempre dei grandi amici nella vostra biblioteca che vi aspettano, e sono certamente meglio di me

  8. Enrica Garzilli ha detto:

    credo che una lettura non escluda l’altra.

    • diego b ha detto:

      questa cara enrica è una affermazione interessante: io sono uno di quelli che non riesce a leggere in modo “sentito” più di un testo alla volta, altri invece hanno questa capacità di leggere con attenzione contemporaneamente più testi; io amo convivere intimamente con un testo per qualche giorno o settimana, senza spazio per altri amori, sono un lettore monogamo; quando, a iddio piacendo, avrò per le mani un certo libro (il tuo, cara boh), sarò un lettore di quel tipo

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